Portali per traduttori: come evitare brutte sorprese.
Internet si popola sempre più densamente di siti destinati a favorire il contatto dei traduttori con i loro potenziali clienti: oltre agli indirizzi più noti (www.proz.com, www.translatorscafe.com e analoghi) ne sono sorti altri (un esempio, nell’area di lingua tedesca: www.galiott.com) che si rivolgono sia in modo specifico ai traduttori, sia più generalmente a chi opera come libero professionista nel mondo della scrittura, del lettorato o della consulenza aziendale. Non ci si riferisce qui a reti sociali professionali più consolidate, come Xing o LinkedIn, ma a portali specifici per il settore linguistico e consulenziale. I portali per traduttori si suddividono in tre grandi categorie: Completamente gratuiti: il traduttore si iscrive senza versare alcun contributo. Il sito si sostiene generalmente tramite la pubblicità che compare sulle sue pagine. A provvigione: il sito preleva una provvigione per ciascun lavoro che il traduttore acquisisce con la sua intermediazione, tramite un apposito modulo di contatto. Ad abbonamento: il nominativo del traduttore viene pubblicato contro il pagamento di un prezzo d’abbonamento che può variare solitamente secondo due o tre livelli di visibilità. Il versamento della quota può avvenire mensilmente o annualmente. Un’altra grande distinzione esiste fra portali che si limitano a pubblicare nominativi e qualificazioni dei traduttori iscritti, da una parte, e, dall’altra, quei siti che comprendono una sorta di «borsa lavori» (funzionante in genere sul principio dell’asta al ribasso). Queste iniziative aprono tre tipi di questioni: l’aspetto commerciale, la protezione dei dati (o privacy) e il risvolto contrattuale. Sotto il profilo commerciale, l’esperienza ha dimostrato che i portali di questo genere funzionano solo se alle loro spalle vi sono persone che li promuovono attivamente. Oggi un sito Internet non può limitarsi a raccogliere e pubblicare nominativi di traduttori: deve anche e soprattutto operare per essere riconosciuto e utilizzato dai potenziali clienti (aziende, agenzie, enti pubblici, studi professionali). Un criterio da considerare prima di aderire a un portale, pertanto, è accertarsi che sia amministrato da persone che conoscono il lavoro di traduzione, identificabili con nome e cognome, meglio se reperibili personalmente in Facebook, Xing, LinkedIn o luoghi analoghi che permettano di valutare la loro qualificazione. Gli amministratori dei siti devono provare di svolgere concrete e regolari attività per promuovere e sviluppare la loro iniziativa presso gli utenti (pubblicità in rete, incontri nelle aziende e ogni altra forma di marketing adeguata a portare utenti sul sito, perciò potenziali clienti per i traduttori iscritti). Sempre sotto l’aspetto commerciale, va osservato che queste iniziative offrono più facilmente opportunità a traduttori che operano nella fascia di prezzo più bassa. Il sistema di aste al ribasso, praticato da alcuni portali, aggrava questo effetto. I clienti che richiedono traduttori qualificati nella fascia di prezzo più alta difficilmente li ricercano su siti di questo genere. Nel pubblicare le proprie informazioni personali e professionali sui portali è necessario prestare attenzione agli aspetti di protezione dei dati. Bisogna sottolineare che, ai fini della privacy, a valere non sono le norme del Paese dove risiede il traduttore, ma quelle del luogo dove il sito Internet ha la propria sede legale. I dati, fisicamente, potrebbero addirittura essere gestiti su server installati in un Paese terzo. Le reti sociali di maggiore diffusione (come Facebook o YouTube), che utilizzano anche server installati in Europa, stanno subendo crescenti pressioni da parte dei Paesi europei per adeguarsi al rispetto delle norme continentali. Questi sforzi non riguardano i portali per traduttori. Se all’interno dell’Unione Europea e della Svizzera si può contare su standard di protezione abbastanza elevati e ormai uniformi, per i portali che hanno sede negli Stati Uniti o in altre giurisdizioni è necessario leggere con attenzione e conservare la politica di protezione dei dati attuata da ogni singolo operatore. Il rischio più comune è che i propri dati vengano ceduti a società pubblicitarie interessate ad acquisire i profili dei traduttori iscritti. Fra gli aspetti più pericolosi, nel rapporto con queste entità, vi è però che in caso di gravi violazioni della privacy o di pubblicazione di contenuti sgraditi (ad esempio, commenti o giudizi negativi immotivati, oppure l’uso molesto di numeri di telefono o indirizzi di posta elettronica) potrebbe rendersi necessario intentare cause all’estero. L’Unione Europea costituisce ormai uno spazio giuridico largamente unificato, all’interno del quale è relativamente facile difendersi, anche se in alcuni Paesi i costi di assistenza legale possono diventare molto pesanti, per l’economia di un traduttore. Le cose si complicano però se il sito interessato ha sede in un Paese extraeuropeo. In particolare, il sito deve garantire la rimozione di tutti i dati del traduttore su semplice richiesta. Il traduttore dev’essere libero di cambiare il proprio profilo, il proprio indirizzo, le proprie specializzazioni o cancellarsi del tutto dal sito (ad esempio perché cambia lavoro) immediatamente, senza formalità complesse e senza costi aggiuntivi. Fra i siti sperimentati, purtroppo in un caso non è stato possibile ottenere la cancellazione dei dati nei termini di legge. E’ bene verificare prima che il portale preveda l’opzione «cancella profilo», in modo da poter provvedere personalmente a cancellarsi, qualora lo si desideri. Può essere consigliabile evitare di iscriversi a portali che, per rimuovere il profilo, richiedono una presa di contatto con gli amministratori.
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Giugno 2019
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